RIFLESSIONI SULLA PERDITA DEI GENITORI E LA COSTRUZIONE DI SE STESSI

Recentemente riflettevo col mio compagno sul vissuto di quando si perde un genitore.
E ricordavamo le nostre personali perdite: suo padre nel 2002 e la recente perdita dei miei negli ultimi tre anni.

Al senso di orfanezza che rimane.
All’inevitabile proiettarsi nella nostra futura vecchiaia, ai figli che potranno o vorranno occuparsi di noi o meno.
Al ciclo della vita che impietoso scorre.
Al vuoto che rimane e all’osservazione cruda di come quelle figure, che da piccoli subivamo come fossero infallibili, e le loro regole come incontrastabili, si mostrano improvvisamente per quello che sono: persone che si sono arrabattate per passarti regole che a loro volta hanno ricevuto, spesso inadatte al loro ruolo nella vita, o frutto di loro percezioni a noi spesso poco funzionali.

A volte, alla loro perdita, corrisponde la perdita di credenze, inibizioni, limiti.
Eppure rimaniamo con quella voglia dentro di essere abbracciati e contenuti come quando eravamo piccoli… anche se, come faceva mio padre, ci scansavano, perché dava loro fastidio la nostra voglia di mangiarseli.

La mia esperienza personale è che si può assolutamente andare oltre il copione della propria ferita, ed è un concetto che amo passare alle mie clienti:
se tuo padre ti scansava, non devi pensare che tutti ti scanseranno.
Se decidi tu qual è il codice di vita che deve guidarti, puoi far da madre e padre di te stessa, ringraziando per quanto ricevuto da loro, onorando il loro impegno, ma senza sentirti in colpa se quel che fai è frutto della tua stessa guida e non ti riconosci nell’insegnamento che è scaturito da altre ferite non tue e altri modi di percepire l’esistenza e di farne parte.

Se quello di cui hai bisogno è una rilettura della tua biografia in chiave evolutiva, il mio percorso sarà la tua risorsa.
Guarire le ferite del passato, far sgorgare da loro un frutto che sia puntello per il presente, costruire una guida interiore, imparare ad abbracciarti con amore, rimanere centrata e ferma anche in mezzo alle tempeste.

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