Quando avevo 12 anni, con la mia matrigna, nella sua Alfa Romeo rombante, risalivo “il monte” di Settebagni, per andare nel suo laboratorio di sartoria.
Oggi, quel laboratorio non esiste più. Ma io abito “sul monte”, a 100 mt da quell’edificio.
Ieri pomeriggio percorrevo come ogni giorno quella stessa salita tutta curve, ma al mio fianco avevo Irene, la figlia del mio compagno.
Per un momento mi sono messa nei panni della mia matrigna quando mi scarrozzava e probabilmente faceva del suo meglio con me, come faccio oggi io con Irene.
La vita è un ginepraio di flussi e riflussi, cose che tornano, che rivivi, che devi guarire, che integri, che accogli, che elabori…
Cosa c’era nel cuore di mio padre, all’epoca?
Cosa c’è nel cuore di Luciano, oggi?
Cosa c’era nel mio cuore come figlia, e cosa c’è oggi nel cuore di Irene?
Cosa pensava Giselda di me? Quanto mi voleva bene, cosa voleva donarmi?, e cosa io desidero regalare ad Irene per integrare la sua personalità in modo ancora più completo?
Trovo davvero speciale questo avvicendarsi di ruoli, di sentimenti, e di prove.
Ma mi sento così profondamente grata per quello che ho imparato, per quello che dono, e quello che ricevo.
La vita è una avventura davvero straordinaria.
Ma bisogna avere occhi per vederla nella giusta prospettiva.
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