NANA KOROBI, YA OKI, in lingua originale giapponese, è il proverbio “Cadi sette volte, rialzati otto”. Una vera esortazione a fare sempre del proprio meglio e non mollare, perché le cose importanti richiedono impegno e determinazione.
La Resilienza si ispira a questo insegnamento, e la parola giapponese per indicarla è DANRYOKU SEI, che può tradursi anche in “elasticità”, “flessibilità”, “adattabilità”.
Uno dei padri nipponici nell’insegnamento della Resilienza è Kenji Miyawawa, poeta e scrittore di fine 800 – inizio 900, il quale riuniva i concetti giapponesi di resilienza nell’incoraggiare e perseverare, dare sempre il meglio, mettere gli altri davanti a sé ed essere preparati.
Avete capito? “Essere preparati”… significa non vivere come gli “stolti che nell’abbondanza non capiscono”, come direbbero le Sacre Scritture. Ma avere “conoscenza”, “discernimento” nel capire che tutto muta, spesso in un secondo, e che il tempo del dolore o della precarietà può arrivare senza preavviso. Solo essendone coscienti si può “essere preparati” senza nulla togliere al godere del momento gioioso.
E voglio lasciarvi proprio con un motto di Miyazawa, all’interno del quale, secondo me, c’è una immensa sapienza:
“DOBBIAMO ABBRACCIARE IL DOLORE E BRUCIARLO COME CARBURANTE PER IL NOSTRO VIAGGIO”.
SABRINA PIETRANGELI